Scrivimi…

C’era una volta una famiglia che trepidante aspettava notizie dal figlio al fronte, una giovane donna il suo amato di rientro dalla leva, una moglie sentiva la mancanza del marito emigrato in Svizzera, una ragazza scriveva alla sorella trasferita a Milano.

Impugnare una penna e scrivere serviva a tenere unite le famiglie, si scriveva ovunque: cartoline, pezzetti di carta trovati qua e là…e se oltre alla lettera dentro ci trovavi anche una foto lì il cuore sarebbe scoppiato sicuramente di gioia.

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Cartoline che Antonino inviava a Francesca (nonni del mio amico Francesco)

Oggi ci si videochiama, siamo sempre connessi eppure non abbiamo più lo stesso trasporto di quando si riceveva una lettera, un biglietto…pensiamo a tornare alla normalità quando normale non è non saper mettere insieme poche parole per esprimere quello che ci passa per la testa. Si parla per post, la persona è un papabile like che si cerca d’intercettare con frasi spot…troppo difficile mettersi alla finestra ed aspettare il rientro di qualcuno o scrivere per accorciare le distanze…

Capire perché 60 anni fa una cartolina a colori ti facesse brillare gli occhi rimarrà un mistero per noi ubriachi di stimoli da modernità… al momento mi accontento che la mia amica non mi faccia mancare per Pasqua uno dei suoi meravigliosi biglietti fatti a mano, per fortuna ci sono relazioni umane dove si apre prima il biglietto piuttosto che il pacchetto…

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Zia che scriveva a mia mamma e che mi raccomandava di “fare la brava”

 

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Gli splendidi biglietti fatti a mano della mia amica Alessandra

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